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Fuse* presenta Dökk a Matera

Nel programma di Matera 2019 – Capitale Europea della Cultura – il 19 maggio al teatro Duni va in scena l’arte digitale

Sede

Teatro Duni di Matera

Data

19 maggio 2018

Iniziativa

“Di palco in palco”

Ascendenti, connessioni, fusioni e prospettive

“Arte e Tecnologia”

Dökk è la (mia) prima esperienza d’arte contemporanea che ho assistito a Matera, nel piano di Capitale Europea della Cultura 2019.
Un appuntamento pubblico, realizzato nell’unico teatro (in centro) della città con un’alta capienza. E fortunatamente, perché il 19 maggio 2018 il live media opera ha registrato il sold out.
Locandina dello spettacolo
Un evento suggerito per tutti e tutte le età, inserito in un circuito per l’infanzia, anche se d’infantile aveva ben poco… A parte questo, lo spettacolo è stato coinvolgente e scadenzato dai tempi indicati nel volantino.
Divieto di foto e video per ottenere uno sguardo attento ed immersivo verso una scenografia fatta da una miriade di lucine, progettata per una percezione tridimensionale dello spazio, e animata dalla performer, Elena Annovi, conosciuta per la sua danza in sospensione, la Vertical Dance e la ricerca del movimento aereo.
Cosa significa Dökk?
La parola “Dökk” in islandese significa ‘Buio’. Infatti, è una parola che nasce dall’etimologia di ‘Oscuro’, per intendere qualcosa privo di luce o di poco chiaro, alludendo a condizioni fisiche o moralmente equivoche oppure a situazioni di indeterminatezza, incertezza.

“Dökk” cela molti significati come quello interpretato nello spettacolo materano.

Live Media Opera
Lo spettatore è testimone di un viaggio nell’inaspettato, che la danzatrice compie alla costante ricerca di un equilibrio tra luce e buio; attraverso una sequenza di “stanze” o ambientazioni digitali in continua successione. Un percorso composto da universi che si materializzano nello spazio e nella mente e che subito si dissolvono, secondo un ciclo in cui la fine coincide con un nuovo inizio.

Mondi ed universi che si disegnano e si dissolvono. Spazio e tempo, alterati da una sequenza di paesaggi digitali che assomigliano a delle galassie sconosciute.

Una sorta di realtà aumentata, creata però, in tempo reale grazie alle movenze della performer. Infatti, la particolarità dello spettacolo è data da dei sensori biometrici e di movimento indossati dalla danzatrice e alcuni posizionati sul palco, che interagendo modificano la proiezione delle immagini e dei suoni.

Un balzo scaturisce un fragore. Un piegamento del corpo condiziona una cascata di luci, che sembrano scie stellate.
Non ci sono parole, ma solo gestualità e musica. Suoni concepiti come una voce narrante, che ti accompagnano per tutto lo spettacolo, in contrapposizione (sembra) alla teoria della sincronicità, dove nulla accade per caso. Qui, la narrazione è un continuo divenire.

DÖKK vince al Digital Design Award 2017, nella categoria Sound Design

La combinazione tra arte e tecnologia ha certamente amplificato l’impatto emotivo della performance. E questo è il successo di Dökk, che ha già girato il mondo (Corea del Sud, Taiwan, Bratislava, la prima italiana a Bologna), ma anche l’intento di Fuse*, il collettivo artistico, indipendente e italiano, nato nel 2007, che ha curato l’opera per la città dei Sassi.

Dokk by zero.eu

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