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biennale d'Arte Venezia 2015 Foto di luciapecoraro.com

Venezia, così come tante altre città italiane, dopo mesi di chiusure e restrizioni delle quali sappiamo tutti il motivo, ha aperto le sue porte al pubblico, non solo digitale ma (molto) reale, e in grande stile con un evento che come il lungo velo di una sposa ha trainato una miriade di eventi, inaugurazioni e manifestazioni internazionali per tutta la città.

A capo c’è la 17.ma Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, che ho potuto vedere al vernissage. Ti racconterò alcuni pit stop di un percorso da 20.000 passi con partenza dai Giardini della Biennale di Venezia.

La passeggiata si sviluppa tra i padiglioni delle nazionalità di tutto il mondo, presenti per la Biennale 2021 a cura dell’architetto Hashim Sarkis, dal titolo How will we live together?.

Innanzitutto, la Biennale di Venezia è considerata la più importante manifestazione culturale in Italia e fra le più rilevanti al mondo. 

Nasce nel 1895 con la prima esposizione d’arte, con cadenza ovviamente biennale e solo nel 1980 si ha la prima edizione della Mostra Internazionale di Architettura, sotto la direzione di Paolo Portoghesi. Occasione che ha portato all’apertura degli imponenti spazi delle Corderie dell’Arsenale (uno spazio che ti racconterò in un prossimo articolo).

 

L’ipocentro della Biennale

Appena varcato l’ingresso dei Giardini della Biennale, di fronte a noi e su un gran viale alberato (foto in alto), si presenta il Padiglione Centrale – la sua facciata è così dal 1932 secondo il disegno di Duilio Torres.

È da questo edificio che tutto ha avuto inizio, le prime edizioni infatti, erano allestite nel Palazzo Pro Arte poi, chiamato Padiglione Italia e attualmente Padiglione Centrale: sede istituzionale e fulcro espositivo principale della Biennale.

Un padiglione che quest’anno riassume i grandi temi attuali di confine o limite territoriale (inteso anche mentale), di multietnicità e resilienza, affrontandoli in maniera idealistica e riflessiva, con uno spirito molto consapevole.

Qui, il senso di “insieme”, come è presente nel titolo-domanda di questa Biennale, ritorna nelle diverse installazioni allestite nel padiglione che rappresenta collettivi di architetti, artisti, scienziati, ricercatori e professionisti di vari settori e di tutto il mondo.

Troviamo l’artista Tomas Saraceno con la fondazione Aereocene che propone il Museo Aero Solar: una stanza chiusa, che si può spiare da delle porte vetrate, interamente rivestita da  sacchetti di plastica colorati, incollati ed uniti, a simboleggiare un grande museo fluttuante.

Classe 1985, Giuditta Vendrame propone Unlanded: due progetti che rappresentano l’acqua sulla Terra di fiumi, laghi, mari e oceani come luoghi liberi, dove nessun Stato può rivendicare la propria sovranità e semmai diventare strumento di deterritorializzazione.

Building with Waves: Growing Islands and Coastlines through Wave di un collettivo, principalemente americano, è l’installazione discreta e ipnotica di un serbatoio di vetro, pieno d’acqua e sabbia che attraverso dei bocchettoni d’aria crea sinuose architetture.

Ricorda le onde che spesso tocchiamo con i piedi quando andiamo a fare il bagno al mare…

Un progetto molto interessante che fa riflettere e ricordare l’avanzare dei cambiamenti climatici, l’innalzamento del livello del mare e il problema dell’erosione costiera, che la città di Venezia ha mostrato più volte in questi ultimi anni dei danni che subisce.

La Terra è un’architettura. L’architettura è una Terra.

Un gigantesco plastico dai colori sgargianti ti accoglie nel cuore del padiglione.

Realizzato da un collettivo di creativi con il supporto dell’Istituto Francese in rappresentanza di uno strato di 15 km di un terreno che ad ogni livello evidenzia i continui cambiamenti come un corpo che si trasforma in relazione al fatto stesso che è vivo.

Carlo Scarpa in Biennale

Immancabile, anche per prendere un attimo fiato, la sosta al Padiglione Scarpa, sempre all’interno del Padiglione Centrale.

È una chicca che merita, sempre. Uno spazio all’aperto, generativo e zen.

I suoi muri sono interamente rivestiti di edera ed un piccolo ruscello con tanti pesci rossi perimetra lo spazio in cemento. Qui, c’è un soppalco progettato nel 1968 per raddoppiare la superficie espositiva. Il tutto caratterizzato dalle geometrie tipiche dello stile architettonico del Maestro veneziano.

I documenti storici raccontano che a partire dal 1948 fino al 1972 Carlo Scarpa collaborò con La Biennale per la direzione di diversi progetti e realizzazioni. Di Scarpa, oltre al Padiglione, è anche il Giardino delle Sculture realizzato nel 1952.

Dal centro a raggiera

Partiti dal pezzo forte ora tocca ai padiglioni nazionali, sempre ai Giardini della Biennale.

Prossimo appuntamento con:

  • Padiglione Spagna
  • Padiglione Gran Bretagna
  • Padiglione Danimarca
  • Padiglione USA
  • Padiglione Austria
  • Padiglione Venezia
  • e molti altri…