Wired Art
L’ingresso libero come in rete…
La prima domenica del mese è una domenica speciale, perchè si accede gratuitamente ai musei statali ed è un’iniziativa in vigore in Italia dal 1° luglio 2014 grazie ad un decreto che oltre ad introdurre la “Domenica al Museo” ha inserito anche le voci:
- ingresso gratuito ai minorenni
- sconti fino ai 25 anni
- apertura fino alle 22 del venerdì di grandi musei come Uffizi, Colosseo e gli scavi di Pompei
- due “notti al museo” con ingresso a 1 Euro

Prima era sufficiente il supporto della figura di un bravo grafico o web master, adesso il passaggio è un pelino più complesso, perché essere nel web per una propria credibilità e visibilità, è utile farlo attraverso Facebook, Instagram, Pinterest, Twitter, YouTube e tanti altri, ma (a parer mio) con l’aiuto o il supporto anche iniziale di qualcuno che di questi nuovi canali di comunicazione ne ha fatto un mestiere.
Un consiglio per fare le cose fatte bene? Cercare di non improvvisarsi e sapersi raccontare con contenuti di qualità (Content is King!). Sembra facile, ma vi assicuro che non lo è.

Un webinar all’American Association for State and Local History dal titolo “Social Media 101 per musei e siti storici” per musei e siti storici.
Foto presa dal sito: https://hhethmon.com
Grazie a queste figure, l’ente o la galleria d’arte espone un’ampia offerta, comunicando i propri programmi espositivi, gli eventi e persino il backstage di allestimenti o anche esperienze pop up da vivere solo attraverso l’utilizzo dei social network.
Per capire meglio l’argomento, faccio l’esempio del Royal Opera House (ROH) di Londra.
Un’intera sezione video in timelapse con ballerine in stile Flashdance intente a esercitarsi per le prove, costumiste alle prese da montagne di tulle con la loro macchina da cucire, musicisti che chiacchierano e provano con lo spartito in mano e un via vai di gente tra tecnici, fonici, macchinisti… In pochi secondi si ha un’immagine completa di tutto quello che avresti voluto sapere sul dietro le quinte del teatro , ma che nessuno prima te l’ha mai mostrato.
Questo è un po’ il senso di questi video backstage, che inevitabilmente invogliano a scoprire la prima, da vedere solo acquistando il biglietto!
Può sembrare una campagna di sensibilizzazione nel comprendere la mole di lavoro che c’è dietro al teatro per giustificare il costo del biglietto!? Ma a parte questo l’idea è azzeccata! Con lo svelarsi, il Royal Opera House riesce ad investire in una campagna di promozione ad un budget ristretto: oltre al compenso di un buon videomaker che realizza il contenuto video tra riprese ed editing, il resto tra location, soggetti e atmosfera è a disposizione e a costo zero.
Spesso si ha sotto al naso delle risorse dall’alto e potenziale valore, che per alcuni può sembrare insignificante, mentre per altri è fonte di grande interesse. Si può fare molto anche con quel poco che si ha.

Come le riproduzioni dei quadri del museo stampate in formato gigante sui nastri bagaglio dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam oppure con “High Society” la Soap Opera, che fa appassionare e tener incollati gli utenti della rete, nel far scoprire cosa succede durante le feste dell’alta borghesia nel museo con i personaggi di spicco da Cranach, Veronese, Velázquez, Reynolds, Gainsborough, Sargent, Munch e Manet.
Sono video di pochi minuti, divertenti e dinamici, che riescono a far associare nella mente delle persone un’esperienza positiva e così, inconsciamente il museo diventa uno spazio piacevole, pur non avendolo mai visitato.
Sabato 5 maggio, 161 persone vestite come Adamo ed Eva, prima del peccato originale, hanno visitato le opere di Neil Beloufa, Kader Attia, Jean-Jacques Lebel, Anita Molinero e altri che fanno parte della mostra “Discorde, fille de la nuit” sull’impatto della storia e della guerra sull’arte moderna.
Il centro di arte contemporanea parigina, solleticato da precedenti tour organizzati in passato come quello con gli occhi bendati, con l’operazione “senza veli” ha riscontrato una visibilità molto alta, trasformandosi in un trend topic mediatico in tutto il mondo.
“Abbiamo lanciato l’invito il 7 marzo su Facebook. In una sola mattina, i 161 posti avevano già trovato degli acquirenti, come per un concerto di Madonna! È stata persino creata una lista di attesa. Oggi abbiamo 26.000 persone interessate a registrarsi “
Afferma Cédric Amato, vicepresidente dell’ANP – associazione dei naturisti di Parigi.
Per il Palais de Tokyo, quest’iniziativa rappresenta una grande opportunità e così per le associazioni di naturisti, anche se è legittimo un dubbio: l’abitudine di essere sempre vestiti, lo si è dal momento in cui si nasce… in queste circostanze, si è pronti a vivere appieno il senso di libertà e visitare la mostra senza inibizioni, riuscendo a non pensare alla propria nudità, ma alle opere d’arte? Non ci resta che provare per credere.

Un’app tendenzialmente femminile dato il suo aspetto emozionale in cui predomina la fotografia, la quale viene spesso usata per brand di moda per degli advertising ossia pubblicità.
Instagram per il settore artistico è un canale di nicchia, che riesce con semplici gesti a racchiudere il racconto di un’opera d’arte ed il suo contesto espositivo. Sebbene con un alto numero di profili, anche i grandi artisti ne fanno un contenitore promozionale o un archivio tra documenti, performance visive e mini-video.
Il primo fra tutti nella lista degli account più particolari è quello di Maurizio Cattelan. A seguire:
- il patinato MET Museum da 2,4mil follower
- il Centre Pompidou, spazio espositivo in cui Christine Macel – Chief Curator è stata curatrice della Biennale d’Arte di Venezia nel 2017 con “Viva Arte Viva”
- Museo di Frida Kahlo, in omaggio alla grande artista messicana, la Casa Azul dove è nata e vissuta
- Tate Gallery
- Museo MAXXI
Ce ne sono moltissimi altri. C’è l’imbarazzo della scelta!
Restando in tema e in Italia, per la precisione nella capitale meneghina, Museum Chatbot Game realizzato da InvisibleStudio è un progetto di un gioco interattivo del quale fanno parte quattro musei di Milano:
- Museo Poldi Pezzoli
- Museo Bagatti Valsecchi
- Villa Necchi Campiglio
- Casa-Museo Boschi di Stefano
Attraverso Facebook Messenger o Telegram gli utenti-visitatori-giocatori devono seguire una specie di caccia al tesoro e sconfiggere un mago del Rinascimento, interagendo con una persona virtuale (il chatbot) alla ricerca di indizi tra le esposizioni.
L’arte di sapersi rinnovare
L’utenza di oggi è sempre più connessa, si sposta facilmente e velocemente, ma desidera ancora passeggiare tra le sale, i corridoi allestiti e toccare l’arte con mano.
Ecco perché sempre più diventa opportuno avere un occhio di riguardo nei confronti dell’innovazione e della comunicazione per innescare uno stretto contatto con le persone e le opere, riuscendo a creare emozioni uniche e inusuali.
L’arte non sta subendo forti cambiamenti, si sta solo ampliando in nuovi percorsi segnati da mappe e luoghi (non fisici), creando dialoghi tra persone e prodotti artistici sempre più completi e alla portata di tutti.

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